Siamo nel 1993 in una New York all’apice del suo splendore, Lui (Larry Lipton/Woody Allen) lavora nell’editoria, Lei (Carol Lipton/Diane Keaton) pare non avere bisogno di lavorare anche se, vista la sua passione per la cucina, medita di aprire un ristorante.. tutto succede per un curioso caso, Lui e Lei, conoscono per caso i loro vicini di casa, i signori House, parlano del più e del meno bevendo un caffè nell’appartamento degli House e poi tutti a nanna.. se non che il giorno successivo la signora House, una donna in perfette condizioni di salute che trottava quotidianamente sul suo tapis roulant, muore di infarto..
Lo spasso comincia proprio da quel momento.. il povero vedovo è troppo sereno per avere appena perso sua moglie.. e poi la signora non aveva menzionato nessun disturbo cardiaco.. anzi era in una forma invidiabile.. e poi uniamo la natuarale curiosità alla monotonia di una matrimonio collaudato ed ecco sgusciare fuori dalla signora Carol Lipton (Diane Keaton) un’investigatrice senza scrupoli.. certo di fantasia ce ne vuole molta per credere che non sia tutto frutto dell’immaginazione di una povera donna annoiata..
Comunque il mistero (vero o presunto) porta la signora Lipton a fare appostamenti e violazioni di domicilio, nonchè a procurarsi un compagno di indagini.. che, più bello, più coraggioso e (anche se non è difficile) più prestante del signor Lipton, crea qualche interferenza al rapporto..
Inutile proseguire descrivendo la trama, se non avete visto il film rischierei di rovinarvi qualche bella scena e se l’avete visto sapete già tutto quello che c’è da sapere.. quindi sarebbe controproducente in entrambi i casi..
Ma un paio di curiosità vale la pena di dirle.. il film è una sorta di antologia di citazioni per cinefili e oltre a quelle più evidenti, i più appassionati di voi ne conosceranno a decine.. le più vistose e probabilmente le più citate vengono direttamente dal maestro.. La finestra sul cortile e La donna che visse due volte (A. Hitchcock) e poi La donna di Shanghai di Welles con la sua celeberrima scena degli specchi e poi L’anno scorso a Marienbad, La fiamma del peccato e Casablanca.. ma ogni battuta rimanda a qualcosa, per cui è difficile ricordare tutto.. In tutto questo mare di citazioni e di battute, resta comunque il mistero del titolo.. e vale la pena di seguire la pista, alemno per capire se l’omicidio c’è stato o no..
Sempre a titolo di pura curiosità.. questo film è una spece di sequel di Io e Annie per diverse buone ragioni: il soggetto di Misterioso omicidio a Manhattan faceva inizialmente parte del soggetto di Io e Annie (successivamente tagliato) e segna il ritorno alla collaborazione Allen/Brickman (sia perquanto riguarda il soggetto che la sceneggiatura) nonchè la collaborazione sul set Allen/Keaton.
Misterioso omicidio a Manhattan
Tit. orig.: Manhattan Murder Mystery
Regia: Woody Allen
Soggetto e sceneggiatura: Woody Allen – Marshall Brickman
Fotografia: Carlo di Palma
Montaggio: Susan E. Morse
Cast: Diane Keaton, Woody Allen, Alan Alda, Anjelica Huston, Ron Rifkin,
Marge Redmond, Zach Braff, Everett Sloane, Rita Hayworth, Jerry Adler
Commedia – 107 min. – Tristar Pictores (USA) 1993.
Un film spassoso, intelligente e denso di amore per il cinema.. di quel caustico e nevrotico Woody Allen prima maniera (anche se sono già gli anni novanta) che ci ha fatto morire dal ridere.. e questo è un giallo.. per cui qualcuno dovrà pure morire (o no?!?)
Buon anno nuovo e buona visione a tutti
come vorrei che dei vecchi film di Woody Allen ne uscisse uno all’anno, il buon vecchio Woody però 😉
Ciao noolyta.. sono d’accordo con te, anche se l’ultimo mi hanno detto non essere un granchè.. io ho visto di recente anche “Basta che funzioni” e ti dirò che lì della buona comicità e del sano sarcarsmo non ne mancano.. se non l’ahi visto corri!!!! a presto (spero)
sì, sicuramente i suoi ultimi film non sono neanche lontanamente paragonabili ai suoi capolavori ma io sono una fan (quindi forse non obiettiva) e credo comunque che sia sempre meglio un brutto film di Woody Allen che un qualunque film/cinepanettone che ancora ci viene propinato! cmq sì, “Basta che funzioni” è carino e sarcastico in alcuni punti, cattivo quanto basta…certo che l’ho visto! un salutone e passerò ancora di qui, bel blog! ciao 😉
Anche io devo dire che apprezzo assai proprio quel suo unico umorismo newyorkese lievemente snob e decisamente appuntito.. Spero di risentirti presto e ovviamente sei la benvenuta ogni volta che ti gira!! Ai prossimi post
i like it
Thank you james.. i also like it.. se you soon!