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Noi orfani delle serie tv..

22 venerdì Set 2017

Posted by basettona in Cose curiose, Televisione, TV Series

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Netflix, orfani delle serie tv, serialità, serie tv, tv, tv on demand

La prima volta è stato nel giugno del 1988.. qualcuno ancora non era nato, me ne rendo conto, ma la storia è fatta così, succedono cose prima e dopo di noi.. RaiDue interrompeva alla puntata 584 la Soap Opera meno amata della storia degli Stati Uniti, ovvero Capitol, lasciando me, mio padre e tutto il pubblico italiano per la prima volta “orfano”.. capitolla rete se ne fece una ragione in maniera brillante sostituendo la Soap con prodotti alternativi, ovvero Quando si ama e Santa Barbara per cominciare fino al prodotto di maggiore longevità, ovvero Beautiful, a tutt’oggi in produzione, nonostante la morte o la sostituzione di una certa quantità degli interpreti principali, io chiaramente no.. ancora mi chiedo, ogni tanto, se Sloane Denning sia o meno sopravvissuta al plotone d’esecuzione quel giorno, ma la questione è un’altra e, anche se la parola è un filo azzardata la userò comunque, perché il bello dei blog è che nessuno può venire a dirti cosa scriverci, al limite chi non è d’accordo può commentare dopo; la questione è, dicevo, la consapevolezza.. la tecnologia evolve, la televisione cambia, ma gli umani e il loro  rapporto con la serialità sembra avere delle costanti da tempi davvero lontani: Sherazad mi sembra l’esempio migliore, perché tutti conoscono lo stratagemma de Le Mille e una notte, ma poi ci sono stati i romanzi d’appendice, i fumetti, le telenovelas, le soap opera e ora tocca alle serie tv.. Siamo da sempre un pubblico ingordo, una puntata a settimana?! Ma neanche per sogno, ora c’è Netflix, la TV on demand, Sky Boxset, lo streaming, figurarsi se una volta “assaggiata” una puntata siamo capaci di fermarci lì, subito un’altra e poi la successiva e il consumo consapevole diventa dipendenza e in un attimo la serie finisce.. quando piace al pubblico nessun problema, c’è un’altra stagione pronta o che sappiamo arriverà, ma se è un flop? Che fine a fatto EndGame? Qualcuno a parte me ne sente la mancanza? Se anche fosse, siamo troppo pochi e non siamo noi a decidere la messa in produzione.. e Orange is the new black, Sherlock, Detroit 1-8-7, The Unusual?

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So dove andremo, anche se non so dire in quanto tempo ci arriveremo..

Quando nel 2010 Steve Jobs presentò il primo iPad, qualche nerd innamorato di Star Trek non può non aver pensato “era ora!”.. ecco, credo che la tv possa accedere al medesimo bacino di idee e creare per il futuro delle serie e dei suoi poveri orfani una soluzione.. la serie finisce quando il telespettatore è pronto, quindi forse mai, o forse alla seconda puntata chissà, comunque il gioco è questo dare in mano a chi guarda il destino dei suoi personaggi, come sempre in Star Trek, accade nelle sale ologrammi.. certo non penso a soluzioni così perfette e integrate di realtà virtuale, ma solo alla possibilità di avere a disposizione pacchetti di personaggi e sviluppo delle storie da creare o anche solo per continuare una storia già iniziata.. questo per me è il futuro della televisione, non solo scegliere cosa vedere e quando, ma anche continuare a vedere qualcosa che altri non vedono, solo perché mi va, perché non sono d’accordo con le regole di ingaggio degli attori o le regole di messa in onda della casa di produzione.. sono certa che succederà, solo che, come dicevo, non so dire quando, né se sarò qui a vederlo.. di sicuro il mercato è pronto e tutti gli orfani di Lost, The Walking Dead, King, Gilmore Girls, Agent Carter, Continuum, Law & Order perfino sono pronti..

Ma se mi sbagliassi, pazienza, non sarà il mio primo né di certo il mio ultimo errore.. e in attesa che il futuro si materializzi, buona visione a tutti, qualunque cosa stiate seguendo al momento, perché qualcosa lo state guardando per forza!

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Sherlock.. ovvero come Netflix può migliorarti una serata!

19 lunedì Dic 2016

Posted by basettona in Cose curiose, Televisione, TV Series, Web

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BBC One, Giallo, john watson, Netflix, serie tv, Sherlock, sherlock holmes

Tra le mie virtù, che tra l’altro non sono molte, non è possibile, mai in nessun caso e per nessuna plausibile ragione annoverare la velocità; in una ipotetica gara di velocità di pensiero mi piazzerei (e a scommetterci sù, vincerei parecchio) subito dopo Flash, il bradipo di zootropolis, se non avete presente mi rammarico, il personaggio vale il film..zootropolis-flash
Comunque alla fine ce l’ho fatta, anche io ho visto la prima stagione di Sherlock.. sono passati “solo” sei anni da quando è stato prodotto.. avrei potuto fare peggio.. ma ci avrei rimesso solo io, è bellissimo! Beata la tecnologia e un sentito grazie a Kia, che l’ha portata dentro la mia tv sotto forma di abbonamento a Netlix.. Ma torniamo a Sherlock.. prodigiosa produzione BBC, come nella migliore tradizione britannica, è una serie pulita, ben fatta, ben girata e con la giusta dose di singolarità che il personaggio di per sé necessita, per rendere giustizia all’originale.

58166_pplParlando dell’interpretazione di Benedict Cumberbatch scrive The Guardian: «il suo Holmes è freddo, permaloso e introverso»; il che mi sembra perfetto, dato che Sir Conan Doyle non aveva certo immaginato e descritto un uomo caloroso, espansivo e incline al perdono.. Le mie preferenze, come d’altronde in letteratura vanno comunque alla storica spalla di Sherlock, ovvero al dottor Watson, reduce di guerra, la stessa guerra dell’originale per di più, ovvero la guerra in Afghanistan, che a quanto pare è una terra destinata a non trovare pace, neppure con il passare dei secoli.
sherlock2Antitetico rispetto alla genialità dell’investigatore, il solido dottore e il suo interprete (Martin Freeman), sono il corollario ideale per riportare con i piedi per terra qualcuno che ragiona così in fretta da potersi disfare dei suoi pensieri prima ancora di averli comunicati a chicchessia.. Gustatevi la grafica di ragionamenti che per diventare leggibili fuori dalla testa di Holmes diventano a volte singole parole sul video e poi si dissolvono, o perché superati da un pensiero più rilevante o perché superati dalla loro naturale conclusione logica.. Watson è domestico, fa la spesa, cerca una ragazza, scrive un blog, che peraltro è la fonte di maggiore pubblicità per trovare clienti paganti e si occupa di ciò che è reale.. Holmes compone musica, suona il violino, si annoia, si presenta a Buckingham Palace coperto da un lenzuolo e anche nella versione moderna ignora la teoria copernicana, pur avendo un suo sito internet, che a detta di Watson nessuno consulta!

La prima serie “spacca” e mi accingo a gustare la seconda, con maggiore parsimonia, visto che la produzione purtroppo si ferma alla stagione nr. 3.. anche se già nel 2014 la BBC aveva annunciato la produzione di una quarta stagione, rimandata di anno in anno, fino all’aprile corrente anno, che ha visto finalmente l’inizio delle riprese.. dovrebbe approdare sugli schermi (via Netflix probabilmente) nel 2017, a cui ormai manca proprio poco, quindi sono fiduciosa..

Immagino che siano davvero poche le creature che ad oggi, ancora non hanno visto Sherlock.. ma visto che la tanto agognata quarta stagione è presumibilmente in arrivo e che Netflix, ha disponibili le prime tre, il mio suggerimento è tuffatevi in una maratona e non staccatevi fino all’arrivo dei nuovi episodi, se avete già visto i vecchi, quale occasione migliore delle festività natalizie per rivederli e se ancora non avete avuto occasione, perché aspettare? Merita la vostra attenzione e vi ripagherà con una qualità, un’attenzione ai dettagli, una raffinata ironia, che solo il popolo inglese possiede e amministra con tanta grazia.. quindi per ora mi congedo, convinta di avervi dato davvero una buona idea per le fredde (e nel caso bolognese nebbiose) sere che ci separano dalla fine del 2016.. In attesa di commenti e buone novelle, buone visioni (quali che siano) a tutte e a tutti!

Link utili: wikipedia, Netflix, BBCone, John Watson’s Blog.

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“Io sono te” o della genialità di uno stronzo

09 venerdì Ott 2015

Posted by basettona in Televisione, TV Series

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Backstrom, Everett Backstrom, fox, foxcrime, Giallo, Hart Hanson, Leif G. W. Persson

Backstrom è una serie statunitense dalla vita brevissima, trasmessa da FoxCrime in Italia (praticamente in contemporanea con gli Stati Uniti) e sospesa dopo la prima e ad oggi unica stagione prodotta a causa dei suoi bassi ascolti.
Backstrom team

Il protagonista principale, Everett Backstrom, si può ragionevolmente e senza paura di offendere, definire uno stronzo, nel senso più popolare del termine; è un detective geniale perché riesce ad immedesimarsi nei suoi sospettati grazie alla sua formula magica, ovvero quello’ “io sono te” che gli consente di seguirne i percorsi mentali alla perfezione, ma fuori dalla formuletta è un uomo solo, politicamente scorretto, misogino fino all’ineverosimile, ubriacone, irrispettoso, con enormi problemi di relazione sia negli affetti personali che nell’ambiente di lavoro. Per peggiorare la sua situazione veste un terrificante impermeabile rosso a forma di poncho e fuma il sigaro praticamente ovunque.. Everett Backstrom (Rainn Wilson)

Nonostante tutto questo, o più probabilmente proprio grazie a tutto questo, il personaggio è interessante, umano e a volte persino commovente nella sua caricaturale rappresentazione.

Lo segue un medico indiano, a cui il tenente non manca mai di dimostrare il suo disprezzo e che cerca, probabilmente più per fedeltà al giuramento di Ippocrate che altro di salvarlo dalla sua incapacità di trattarsi bene; vive sotto il suo stesso tetto un giovanotto, Gregory Valentine, che gli somiglia in modo quasi imbarazzante nei modi ma che è quanto di più lontano dalla legalità si possa immaginare, seppure non propriamente disonesto.

Il suo team è fatto di tanti piccoli pezzi di umanità varia che costruiscono una realtà se non proprio credibile quantomeno accettabile.. si va dal braccio destro Gravely, giovane e determinata a rispettare le regole quanto Backstrom è destinato ad infrangerle, al criminologo sempre in ordine e ben vestito Niedermayer, capace di trasformare le tracce in ricostruzioni strutturate e sensate degli avvenimenti, passando per l’agente Moto, corpulento agente in divisa che sogna di diventare detective per finire con Almond, detective e prete part-time, che sostiene il suo tenente anche quando avrebbe voglia di no.

La serie, io l’ho vista praticamente di un fiato molto di recente e come già mi era successo per EndGame, sono molto dispiaciuta che la serie sia stata interrotta; il pubblico non ha apprezzato e le serie che non vengono viste sono destinate a morire è una legge di mercato, come è un legge di mercato che i protagonisti a cui non venga rinnovato il contratto muoiano o si trasferiscano (se e solo se ci sono speranze per future ricomparse), ma è comunque un peccato, magari avrebbe potuto portare interessanti sviluppi all’interno del genere o forse no, di certo l’umanità del protagonista, la sua goffaggine e il suo cinismo erano un’alternativa agli stereotipi visti e rivisti..

A titolo di pura curiosità, sappiate che la serie è basata sui libri di Leif G. W. Persson, che vedeva in nostro eroe (?) lavorare nella gelida Stoccolma, che nella serie diventa una piovoso Portland in Oregon, sebbene gli esterni siano tutti girati a Vancouver in Canada; sempre in ambito cose interessanti da sapere, papà della serie è Hart Hanson, classe 1957, già noto agli appassionati e addetti ai lavori in quanto creatore, sceneggiatore e produttore esecutivo di Bones e di The Finder.

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