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Che ne pensate di un bel pomeriggio a teatro? Oggi al Dehon l’Inganno di Anthony Shaffer.. Info, costi e orari su www.teatrodehon.it o telefonando al nr. 051 342934.

l_inganno_glauco_mauri1Io l’ho visto ieri sera, in una poltrona quanto mai scomoda, circondata da una tappezzeria anni ottanta degna di halloween, e nonostante questo, l’ho trovato grandioso. Il personaggio interpretato da Mauri è un noto scrittore di gialli e la scena si apre proprio con lui intento a battere a macchina la conclusione del suo romanzo.. Omicidio sul campo da tennis..

Felice come un bambino di fronte a una scatola di cioccolatini (si diceva una volta) lo scrittore rilegge compiaciuto e ci spiega attraverso le parole del suo personaggio, come l’assassino sia riuscito a trasportare un cadavere in mezzo ad una campo da tennis in terra rossa, senza lasciare alcuna impronta..ma io non ve lo dirò, non temete, non voglio rovinarvi la sorpresa!

Tratto dall’opera per cui Anthony Shaffer conquistò il Tony Award per la migliore commedia dell’anno nel 1971, Sleuth (Il segugio), fu rappresentato per la prima volta a Londra nel 1970 (in replica per otto stagioni) e, successivamente, approdò a Broadway, dove rimase in scena per ben 4 anni. In molti teatri si replica tutt’ora e il suo successo è stato tale che ne esistono anche due adattamenti cinematografici:

Gli insospettabili, regia Joseph Mankiewicz, con Laurence Olivier e Michael Caine, 1972. Sleuth – Gli insospettabili regia Kenneth Branagh, sceneggiatura Harold Pinter, con Michael Caine e Jude Law, 2007.

Questa versione teatrale, di cui Glauco Mauri ha curato oltre alla regia, anche traduzione e adattamento, è drammaturgicamente perfetta; Glauco Mauri e  Roberto Sturno calcano un poco i loro rispettivi personaggi, ma il tutto è necessario all’avvicendarsi degli eventi e non fine a se stesso, le scenografie di Giuliano Spinelli sono sorprendenti, ma adeguatissime e nella loro stranezza si riflette la bizzaria dei caratteri in scena. Costumi (Simona Morresi) e musiche (Germano Mazzocchetti) sono il corollario ideale, anche se, la musica è, in buona misura, parte del racconto, e i costumi sintetizzano in modo magistrale il cinismo dello scrittore protagonista, per cui forse parlare di corollario non è prorpio corretto.

Prima dell’apertura del sipario una allegra e tenace musichetta (che sembrerebbe da circo) ci introduce nel gioco, perchè di un gioco si tratta, o almeno così sembra..

A teatro sicuramente da non perdere, per quanto riguarda le riduzioni cinematografiche.. vi farò sapere! Buona domenica