Tra le mie virtù, che tra l’altro non sono molte, non è possibile, mai in nessun caso e per nessuna plausibile ragione annoverare la velocità; in una ipotetica gara di velocità di pensiero mi piazzerei (e a scommetterci sù, vincerei parecchio) subito dopo Flash, il bradipo di zootropolis, se non avete presente mi rammarico, il personaggio vale il film..
Comunque alla fine ce l’ho fatta, anche io ho visto la prima stagione di Sherlock.. sono passati “solo” sei anni da quando è stato prodotto.. avrei potuto fare peggio.. ma ci avrei rimesso solo io, è bellissimo! Beata la tecnologia e un sentito grazie a Kia, che l’ha portata dentro la mia tv sotto forma di abbonamento a Netlix.. Ma torniamo a Sherlock.. prodigiosa produzione BBC, come nella migliore tradizione britannica, è una serie pulita, ben fatta, ben girata e con la giusta dose di singolarità che il personaggio di per sé necessita, per rendere giustizia all’originale.
Parlando dell’interpretazione di Benedict Cumberbatch scrive The Guardian: «il suo Holmes è freddo, permaloso e introverso»; il che mi sembra perfetto, dato che Sir Conan Doyle non aveva certo immaginato e descritto un uomo caloroso, espansivo e incline al perdono.. Le mie preferenze, come d’altronde in letteratura vanno comunque alla storica spalla di Sherlock, ovvero al dottor Watson, reduce di guerra, la stessa guerra dell’originale per di più, ovvero la guerra in Afghanistan, che a quanto pare è una terra destinata a non trovare pace, neppure con il passare dei secoli.
Antitetico rispetto alla genialità dell’investigatore, il solido dottore e il suo interprete (Martin Freeman), sono il corollario ideale per riportare con i piedi per terra qualcuno che ragiona così in fretta da potersi disfare dei suoi pensieri prima ancora di averli comunicati a chicchessia.. Gustatevi la grafica di ragionamenti che per diventare leggibili fuori dalla testa di Holmes diventano a volte singole parole sul video e poi si dissolvono, o perché superati da un pensiero più rilevante o perché superati dalla loro naturale conclusione logica.. Watson è domestico, fa la spesa, cerca una ragazza, scrive un blog, che peraltro è la fonte di maggiore pubblicità per trovare clienti paganti e si occupa di ciò che è reale.. Holmes compone musica, suona il violino, si annoia, si presenta a Buckingham Palace coperto da un lenzuolo e anche nella versione moderna ignora la teoria copernicana, pur avendo un suo sito internet, che a detta di Watson nessuno consulta!
La prima serie “spacca” e mi accingo a gustare la seconda, con maggiore parsimonia, visto che la produzione purtroppo si ferma alla stagione nr. 3.. anche se già nel 2014 la BBC aveva annunciato la produzione di una quarta stagione, rimandata di anno in anno, fino all’aprile corrente anno, che ha visto finalmente l’inizio delle riprese.. dovrebbe approdare sugli schermi (via Netflix probabilmente) nel 2017, a cui ormai manca proprio poco, quindi sono fiduciosa..
Immagino che siano davvero poche le creature che ad oggi, ancora non hanno visto Sherlock.. ma visto che la tanto agognata quarta stagione è presumibilmente in arrivo e che Netflix, ha disponibili le prime tre, il mio suggerimento è tuffatevi in una maratona e non staccatevi fino all’arrivo dei nuovi episodi, se avete già visto i vecchi, quale occasione migliore delle festività natalizie per rivederli e se ancora non avete avuto occasione, perché aspettare? Merita la vostra attenzione e vi ripagherà con una qualità, un’attenzione ai dettagli, una raffinata ironia, che solo il popolo inglese possiede e amministra con tanta grazia.. quindi per ora mi congedo, convinta di avervi dato davvero una buona idea per le fredde (e nel caso bolognese nebbiose) sere che ci separano dalla fine del 2016.. In attesa di commenti e buone novelle, buone visioni (quali che siano) a tutte e a tutti!
Link utili: wikipedia, Netflix, BBCone, John Watson’s Blog.